Ripensare Università e Ricerca per competere nell’Economia della Conoscenza

La buona notizia è che il 40% delle università italiane è tra le 1000 migliori al mondo. Ma le trasformazioni dell’economia che si sono succedute negli ultimi 40 anni sono state grandi e le nostre università fanno fatica ad adeguarsi. Oggi, l’economia della conoscenza ci mette di fronte alla necessità di un nuovo progetto per la formazione universitaria.

L’Alumnus Roger Abravanel, autore di Aristocrazia 2.0, una nuova élite per salvare l’Italia (edizioni Solferino), nel suo saggio descrive la necessità di uno spostamento verso un progetto di valorizzazione di una meritocrazia di massa, che incontri il desiderio dei giovani di migliorarsi e migliorare la propria condizione sociale attraverso gli studi universitari per accedere ai cosiddetti “high value jobs”. Nel saggio, lo scrittore analizza e racconta come il problema del rilancio dell’economia italiana dopo la crisi pandemica appaia particolarmente complesso e in questa complessità il sistema universitario giochi un ruolo chiave. Milioni di giovani oggi sanno che la laurea in un’ottima università è il passaporto per accedere alle migliori opportunità di crescita professionale. Questi giovani, che diventeranno i migliori scienziati, laureati e manager, rappresentano una risorsa vitale per il Paese.

Discutono le tesi del saggio, in diretta dal Politecnico di Milano, l’autore Roger Abravanel (Director Emeritus McKinsey, advisor e saggista), il rettore Ferruccio Resta, il presidente Alumni Politecnico di Milano Enrico Zio e gli Alumni Paolo Bertoluzzo (CEO Nexi), Elena Bottinelli (AD IRCCS Ospedale San Raffaele e IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi) e Alberto Sangiovanni-Vincentelli (The Edgar L. and Harold H. Buttner Chair of EECS, University of California, Berkeley).

“Perché le università italiane sono rimaste indietro?”, è la domanda di partenza di Abravanel, che nel saggio parla della necessaria differenza tra teaching universities e research universities invitando al confronto con il modello di mercato delle università americane, con un conseguente ripensamento del rapporto tra finanziamento pubblico e finanziamento privato. Nel dibattito si commenta un benchmark pubblicato nel saggio, in cui l’autore mette a confronto Politecnico, Imperial College e ETH. Spicca la differenza nell’accesso ai finanziamenti, 467 milioni di euro all’anno contro gli oltre 1000 delle competitor, e nel rapporto tra docenti “tenured”, cioè ordinari, giovani ricercatori e studenti.

“Al Politecnico, l’investimento pro-capite per singolo studente, ogni anno, è di circa 10 mila euro – commenta il Rettore Ferruccio Resta. Nelle scuole a confronto, parliamo di cifre intorno agli 80 mila euro all’anno”. È un punto di partenza da tenere presente “senza, aggiunge il Rettore, che diventi un alibi”. Ma è sul rapporto tra tenured, ricercatori e studenti che il dibattito si sofferma in particolare, cercando una mediazione tra sostenibilità economica, ruolo sociale e ruolo di motore d’innovazione del Politecnico e del sistema universitario nel suo insieme. E su questo il rettore aggiunge: L’Italia ha una primato nella capacità dei suoi ricercatori di attrarre fondi pro-capite per la ricerca, sia dall’Europa sia dalle imprese”. Una importante leva di sviluppo è quindi aumentare gli investimenti sui giovani ricercatori, commenta Resta: “Dal 2017 abbiamo investito gran parte delle risorse libere proprio su questo, aumentando del 50% il numero dei dottorandi e del 25% quello dei ricercatori”, e conclude aprendo alla discussione su alcune riforme strutturali possibili, in particolare quella di aumentare l’autonomia degli atenei nella gestione dei finanziamenti e quella di aprirsi sempre più a alleanze internazionali.

L’importanza dei giovani, e in particolare dei ricercatori, è un tema chiave del dibattito. Puntare su ricercatori di altissimo livello è il modo di creare un ecosistema virtuoso commenta Bottinelli, “per cui dalla contaminazione tra professionisti diversi si possa accelerare la ricerca e l’innovazione”.

Sangiovanni-Vincentelli sottolinea l’importanza delle persone, capaci di generare idee. Il capitale umano è il vero motore in grado di innovare capire e accompagnare il processo di sviluppo da dalle università alle imprese, che, dal canto loro, nutrono il sistema della ricerca di nuovi problemi e nuove domande. Parla inoltre di cross-fertilization, riferendosi alla mobilità dei ricercatori nelle università americane e nel resto del mondo, aggiungendo che è l’ecosistema che conta: senza grandi università, senza la prossimità di grandi imprese, PMI e startup, non c’è sviluppo.

Nel saggio, Abravanel propone un programma a lungo termine per rendere le università italiane sempre meno dipendenti dal funding pubblico, sottolineando al contempo l’importanza di continuare a garantire il diritto allo studio. Bertoluzzo commenta: “la diversificazione tra teaching universities e research universities può davvero essere una via per ricomporre la dicotomia tra la necessità di avere tanti, bravi, laureati da inserire nel mondo del lavoro ma allo stesso tempo ricercatori eccellenti”, che immettano idee nel sistema della ricerca e dell’innovazione. Nel sottolineare nuovamente l’importanza del diritto allo studio per tutti, centrale per non fermare l’ascensore sociale, Bertoluzzo si sofferma sull’importanza di fare sistema tra teaching e research universities. “È difficile separare le due missioni: dobbiamo evitare che questi due mondi si allontanino, deve esserci reciproca interazione. E anche interazione con il mondo delle imprese. La prossimità è essenziale per evitare che l’università prenda una via che la allontani da ciò che serve al paese, e viceversa, alle imprese serve essere vicine all’università”

Conclude il Rettore: Dobbiamo avere il coraggio di valorizzare le vocazioni, i rapporti con il territorio, e i punti di forza di ciascun ateneo”.

Politecnico: 1° università italiana e nella top 20 mondiale in ingegneria, architettura e design

La classifica generale QS World University Rankings posiziona il Politecnico 1° in Italia e 137° al mondo. L’analisi tiene conto di 6 indicatori: il Politecnico è particolarmente forte nell’Academic Reputation, cioè la valutazione delle università migliori da parte degli accademici di quel settore, e nell’Employer Reputation, un sondaggio internazionale in cui 40 mila datori di lavoro indicano quali sono le università dalle quali preferiscono assumere talenti. Gli altri indicatori sono il rapporto tra il numero degli studenti e quello dei docenti, il numero di citazioni scientifiche per ricercatore, la presenza di docenti e studenti internazionali.

“Il Politecnico di Milano cresce nelle classifiche internazionali e conferma una posizione di eccellenza. Ne siamo orgogliosi – commenta il Rettore, Ferruccio Resta – ma ora serve uno scatto in avanti. Il Covid ci ha messo di fronte a scelte che cambieranno il futuro dell’università. Il digitale, la collaborazione internazionale, le nuove modalità didattiche e di ricerca sono le leve su cui agire per riconfigurare la nostra posizione nel panorama globale e per indirizzare la crescita delle università e dei territori di riferimento”.

QS World University Rankings confronta inoltre le università in base al proprio ambito disciplinare: questo approccio è più rilevante per il Politecnico, perché è un’università tecnica e non generalista e quindi affronta un numero più ristretto di discipline. Nel panorama italiano, il Politecnico di Milano si conferma di nuovo primo sia in Ingegneria (in tutte le materie analizzate da QS: Computer Science & Information Systems; Chemical Engineering; Civil & Structural Engineering; Electrical & Electronic Engineering; Mechanical, Aeronautical & Manufacturing Engineering) che in Architettura e Design. Nella classifica globale ci posizioniamo in 5° posizione per design, 10° per architecture e 20° per engineering&technology.

Nella creazione dei ranking QS uno degli indicatori più rilevanti è l’opinione degli Employer a proposito dell’Ateneo. 
Per questo motivo invitiamo i nostri Alumni che fossero interessati ad esprimere la loro opinione al riguardo e a partecipare alla QS Global Employer Survey – Sign Up 2021.

Se vuoi aiutare studenti brillanti e bisognosi a studiare al Politecnico, contribuisci alla creazione di una borsa di studio. Anche con un piccolo contributo puoi aiutare uno studente bisognoso e meritevole: Dona ora

Corriere della Sera: il rilancio dell’Italia a partire dagli atenei d’eccellenza

“Per competere nell’economia della conoscenza, che è fatta di idee, innovazione e scienza, l’Italia deve ripensare profondamente il suo sistema universitario e di ricerca”: Corriere della Sera di martedì 2 marzo sintetizza così il dibattito di ieri, 1° marzo, in diretta con gli Alumni del Politecnico di Milano.

In aula (tra virtuale e digitale, in collegamento tra Milano e gli USA), ne hanno discusso Roger Abravanel (Director Emeritus McKinsey, advisor e saggista), il rettore Ferruccio Resta, il presidente Alumni Politecnico di Milano Enrico Zio e gli Alumni Paolo Bertoluzzo (CEO Nexi), Elena Bottinelli (AD IRCCS Ospedale San Raffaele e IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi) e Alberto Sangiovanni-Vincentelli (The Edgar L. and Harold H. Buttner Chair of EECS, University of California, Berkeley).

I relatori commentano sull’importanza di investire nel sistema università-ricerca-industria, con un focus sulla differenza tra teaching universities e research universities, e individuando nei giovani ricercatori una importante leva di sviluppo. Commenta Resta: “Dal 2017 abbiamo investito gran parte delle risorse libere proprio su questo, aumentando del 50% il numero dei dottorandi e del 25% quello dei ricercatori”, e conclude aprendo alla discussione su alcune riforme strutturali possibili, in particolare quella di aumentare l’autonomia degli atenei nella gestione dei finanziamenti e quella di aprirsi sempre più a alleanze internazionali.

Presto il video dell’evento, che si inserisce nel ciclo Alumni Politecnico di Milano Digital Talks: incontri con Alumni ed esperti da tutto il mondo per parlare di ricerca, evoluzioni professionali del mondo di oggi e temi di innovazione, capitale umano, imprenditoria e società.

I Digital Talks degli Alumni sono incontri gratuiti con Alumni ed esperti da tutto il mondo per parlare di ricerca politecnica, scoprire le evoluzioni professionali del mondo di oggi, vivere l’anima internazionale degli Alumni del Politecnico e confrontarsi su temi di innovazione, capitale umano, imprenditoria e società in un continuo scambio di conoscenze ed esperienze.
Vuoi sostenere il progetto? Dona ora

Il futuro dell’università non è a distanza

“Ormai siamo a un anno dal paziente zero, il primo caso a Codogno. È stato un anno difficile e complesso, ma che ci ha anche dato la sensibilità di avere il privilegio della decisione, della responsabilità”, dichiara il Rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta in un’intervista a askanews.

Il Politecnico ci ha messo 15 giorni a trasferire la didattica sulle piattaforme digitali, con l’obiettivo prioritario di mettere al sicuro le carriere degli studenti. Fatto questo, l’Ateneo ha iniziato a pianificare per il futuro. “Bisognerà ora trovare un equilibrio, capire quanto questi strumenti sono ancora validi”.

Tornare in presenza, secondo il rettore, è importante “perché la relazione e il confronto sono la base di ogni processo di formazione”: se è vero che la pandemia, come Ateneo, ci ha trovati preparati e reattivi, adesso è importante guardare avanti e progettare i prossimi passi, per mettere a terra quanto imparato e quanto ci è mancato in questi mesi.

“Noi abbiamo bisogno di fare un percorso di formazione che non sia semplicemente nozionistico, ma sia una crescita personale”, commenta il Rettore. Il valore della formazione universitaria sta insomma anche nell’esperienza, nel progetto, nel lavoro congiunto, in comunità multiculturali e multisociali. “Ogni volta che uno riesce a riordinare le proprie idee, a confrontarsi con altre persone, a esporle, a raccontarle, ad ascoltare le critiche, cresce e tutte le volte che questo viene meno stiamo perdendo un pezzo importante della formazione, ma anche della vita”.

Aristocrazia 2.0 | una nuova élite per salvare l’Italia

«Senza università high tech di eccellenza non nascono imprenditori high tech, quelli che fondano colossi aziendali che, a loro volta, creano high value jobs»
-ing. Abravanel, “Aristocrazia 2.0,una nuova élite per salvare l’Italia”.

Pochi giorni fa è stato pubblicato il saggio Aristocrazia 2.0, una nuova élite per salvare l’Italia dell’Alumnus e membro dell’Advisory Board del Politecnico di Milano Roger Abravanel.

Nel saggio, lo scrittore analizza e racconta come il problema del rilancio dell’economia italiana dopo la cri­si pandemica appare particolarmente complesso e in questa complessità il sistema universitario gioca un ruolo chiave. Milioni di giovani oggi sanno che la laurea in un’ot­tima università è il passaporto per accedere alle migliori opportunità di crescita professionale. Questi giovani, che diventeranno i migliori scienziati, laureati e mana­ger, rappresentano una risorsa vitale per il Paese.

In che modo il sistema universitario deve agire per coltivare questa “élite” e fermarne la fuga all’estero?

Ne parleremo Lunedì 1 Marzo, assieme all’autore Roger Abravanel (Director Emeritus McKinsey, advisor e saggista), il rettore Ferruccio Resta, il presidente Alumni Politecnico di Milano Enrico Zio e gli Alumni Paolo Bertoluzzo (CEO Nexi), Elena Bottinelli (AD IRCCS Ospedale San Raffaele e IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi) e Alberto Sangiovanni-Vincentelli (The Edgar L. and Harold H. Buttner Chair of EECS, University of California, Berkeley)

In diretta Lunedì 1 Marzo 2021 | Ore 18:00 
Questo appuntamento sarà l’occasione per confrontarsi sul saggio dell’Alumnus ing. Roger Abravanel, “Aristocrazia 2.0,una nuova élite per salvare l’Italia” (edizioni Solferino).

Il saggio, scritto dall’Alumnus e membro dell’Advisory Board del Politecnico di Milano Roger Abravanel, racconta come le sfide del post Covid richiedano una profonda trasformazione del nostro paradigma economico per sfruttare le opportunità dell’accelerazione dell’economia della conoscenza e la nascita di una nuova classe dirigente, che l’autore definisce come una nuova aristocrazia del talento e dell’istruzione.

Abravanel delinea interessanti scenari di sviluppo del sistema universitario nell’economia della conoscenza.

Il confronto affronterà i seguenti temi:
Perché l’economia della conoscenza sta portando a una profonda trasformazione globale nel mondo dell’università e della ricerca?

Cosa manca alle migliori università italiane per competere con successo in questa trasformazione?

In conclusione, come avviare la trasformazione verso università di eccellenza? Quale proposta concreta è delineata nel saggio?

Insieme all’autore, l’Alumnus Roger Abravanel, saranno con noi anche il rettore Ferruccio Resta, il presidente Alumni Politecnico di Milano Enrico Zio e gli Alumni Paolo BertoluzzoElena Bottinelli e Alberto Sangiovanni-Vincentelli, che porteranno una prospettiva internazionale sull’impatto dell’economia della conoscenza sugli atenei, sul mondo del Venture capital delle grandi aziende digitali, della sanità e della scienza della vita.

I relatori:
Roger Abravanel | Director Emeritus McKinsey, advisor e saggista
Paolo Bertoluzzo CEO Nexi
Elena Bottinelli AD IRCCS Ospedale San Raffaele e IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi
Ferruccio Resta| Rettore del Politecnico di Milano
Alberto Sangiovanni Vincentelli| The Edgar L. and Harold H. Buttner Chair of EECS, University of California, Berkeley

Moderatore:
Enrico Zio | Delegato del Rettore per gli Alumni e presidente Alumni Politecnico di Milano

4 Alumni del Politecnico nel team di Luna Rossa

L’equipaggio italiano ha battuto 7-1 quello britannico durante la scorsa Prada’s Cup, portando Luna Rossa in Coppa America per la prima volta dopo 21 anni.
Luna Rossa avrà l’occasione di sfidare il defender e padrone di casa Emirates Team New Zealand dal 6 marzo, nella 36ma edizione della Coppa America di vela, il trofeo sportivo più antico al mondo.

Le imbarcazioni utilizzate durante la finale sono un misto tra una barca a vela, un catamarano e un aliscafo. Chiamate, in maniera un po’ scherzosa «barche con i baffi», presentano appendici laterali il cui movimento permette allo scafo di navigare sollevato dalla superficie dell’acqua, raggiungendo quasi i 50 nodi di velocità, più di 90 km/h

I nuovi scafi sono frutto di tre anni di studio, prove ed esperimenti, eleganti nella loro aerodinamica perfetta, pronti a danzare sul campo di regata tra una manovra e l’altra, dovendo sempre fare i conti con i temutissimi cambi di vento. 

Nel team italiano anche quattro Alumni del Politecnico di Milano:

Alessandro Franceschetti, Head of Structural Engineering, Alumnus Polimi Ingegneria dei Materiali
Fabrizio Marabini, Performance, Alumnus Polimi Ingegneria Aeronautica
Stefano Baruffaldi, Drone – Electronics, Alumnus Polimi Disegno Industriale
Andrea Romani, Base Operations Manager, Alumnus Polimi Architettura

Cover photo © LM/DPPI/Chris Cameron / IPA

Credits home: https://it.fashionnetwork.com/news/Luna-rossa-vince-la-prada-cup,1281691.html

La ricerca, la scrittura e la raccolta delle news che parlano dei traguardi degli Alumni di tutto il mondo sono uno dei tanti servizi che offriamo gratuitamente a tutti gli Alumni del Politecnico di Milano. Vuoi darci una mano? Dona ora

Qual è la situazione dei laureati magistrali a 5 anni dalla laurea?

A 5 anni dal conseguimento del titolo, il 98% dei laureati magistrali italiani è occupato con un guadagno mensile netto di 2.063 euro.

L’occupazione per i laureati magistrali del Politecnico è aumentata del 7% in 4 anni (91% occupati a 1 anno) e gli stipendi sono aumentati di 600 euro netti/mese nello stesso periodo di tempo (1.463 guadagno mensile netto a 1 anno).

L’82% è un lavoratore dipendente e l’88% gode di un contratto a tempo indeterminato. In 4 anni è aumentato del + 36% il numero di laureati con contratto stabile. Il 92% è occupato in ambito privato e il 55% lavora per una PMI. Il mercato italiano rimane il principale mercato di sbocco anche dopo 5 anni dalla laurea (l’82% lavora in Italia).

L’università è un trampolino, un bagaglio di conoscenze e di strumenti che mettiamo in pratica nell’arco di molti anni a seguire. È la base di ogni nostra esperienza successiva nel mondo della professione.
Per questo riteniamo importante misurare il valore del titolo di studio e la sua spendibilità nel tempo: capire come i nostri laureati si muovono nel mondo del lavoro, in che misura crescono non solo in termini economici, ma di competenze trasversali e di inquadramento.

Nel 2020, grazie al supporto degli Alumni, siamo riusciti ad assegnare 87 borse di studio. Se vuoi permettere a giovani meritevoli e bisognosi di partecipare al Politecnico, Dona ora

Accordo tra Politecnico e Comune di Milano per il futuro dell’area Bovisa-Goccia

Lo scorso giovedì, 11 febbraio, è stato presentato in una conferenza stampa il progetto di riqualificazione urbana per il futuro dell’area Bovisa-Goccia, in base alla Convenzione Quadro tra il Comune di Milano e il Politecnico. Le linee guida del progetto sono state illustrate dal Sindaco di Milano Giuseppe Sala, dall’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran e del Rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta.

Il progetto prevede, tra i vari interventi, un investimento da 100 milioni di euro dell’Ateneo, che amplierà la sua presenza nel quartiere Bovisa dove, come spiega il rettore, già oggi gravitano 20 mila studenti e 5 dei 12 dipartimenti dell’Ateneo. La riqualificazione del quartiere prevede una nuova area universitaria immersa in 215.000 metri quadrati di verde: il Parco della Goccia e il Parco dei Gasometri. Lo sviluppo complessivo dell’area prevede quattro progetti collegati: il Giardino delle Arti e delle Scienze; la nuova Palazzina del Dipartimento per l’Energia; lo Smart City Innovation all’interno del primo dei due ex gasometri e la Fabbrica dello Sport nel secondo degli ex gasometri.

I lavori per il Parco dei gasometri inizieranno non appena saranno conclusi gli ultimi passaggi amministrativi ed “entro la fine del 2021”, spiega Resta, dovrebbero essere terminati. Sempre entro la fine dell’anno, partiranno i cantieri per riconvertire i due gasometri che dureranno due anni. “Nel gasometro più a Nord”, prosegue Resta, “abbiamo quattro livelli, per una superficie di diecimila metri quadri. Al piano interrato ci sarà una piscina 25×16 più vasche ludiche, il secondo livello sarà multisport con campetti e tribune; paddle nel terzo con area fitness. La terrazza sarà a verde, con un campo outdoor, si potrà giocare a pallacanestro in cima”.

Per quanto riguarda il gasometro sud, si tratta di 20 mila metri quadrati distribuiti su otto livelli: “nei primi nasceranno laboratori di microelettronica e sensoristica per intelligenza artificiale”, prosegue il rettore. “I successivi tre piani invece saranno dedicati al Polihub, il nostro incubatore di start up: oggi ne abbiamo 120, ma puntiamo a raddoppiarle. Nell’ultimo livello saranno ospitate le imprese per creare un ecosistema dell’innovazione con chi vuole far sviluppo insieme al Politecnico”. Due le linee guida: “La tecnologia come strumento e la sostenibilità come obiettivo“, confermando l’impegno dell’Ateneo a partecipare alla trasformazione della città e intercettare le esigenze delle nuove generazioni: “in questo quadro il benessere e la qualità degli spazi è fondamentale”, come anche la prossimità con un importante polo di ricerca e innovazione come il Politecnico di Milano: “I due gasometri saranno degli straordinari contenitori di alcune delle funzioni trainanti per il mondo dell’innovazione, dell’imprenditoria, della formazione, del benessere e della cultura con l’obiettivo di promuovere la crescita di un distretto della conoscenza e dell’innovazione che parte dall’università e che si allarga alla collettività. Una risposta concreta per uno sviluppo sostenibile e inclusivo”, conclude Resta.

Cover photo from Repubblica.it

Credits home: https://milano.repubblica.it/cronaca/2022/05/31/news/renzo_piano_campus_bovisa_politecnico_progetto_boeri_kipar_resta_gasometri_goccia-351875576/

Catalizzatori con prestazioni più efficienti e sostenibili grazie alla progettazione alla nanoscala

Il progetto politecnico SPECTROKIN è stato selezionato dal Consiglio Europeo della Ricerca (ERC) come ERC Proof of Concept (PoC) grant 2020 e riceverà un finanziamento del valore di 150.000 euro.

SPECTROKIN (Operando-Spectroscopy Annular Reactor for Spectro-kinetic Analysis in Heterogeneous Catalysis), guidato dal prof. Matteo Maestri del Dipartimento di Energia, è la fase finale di un più grande progetto, SHAPE (Structure dependent microkinetic modeling of Heterogeneous cAtalytic ProcEsses), finanziato, sempre dalla Commissione europea, per 1 milione e mezzo di euro, e iniziato nel 2016 con l’obiettivo di sviluppare modelli microcinetici in grado di descrivere i cambiamenti della struttura di un catalizzatore in reazione. SHAPE ha aperto nuovi scenari per lo sviluppo di catalizzatori con prestazioni più efficienti e sostenibili per l’ambiente, grazie alla progettazione alla nanoscala del materiale catalitico, e sviluppato un prototipo di uno strumento innovativo per studiare le reazioni di catalisi in grado di fornire informazioni locali dettagliate sul comportamento del materiale catalitico nel reattore, sotto stretto controllo cinetico e condizioni quasi isoterme di funzionamento fino a 800 °C.

Oggi SPECTROKIN ha l’obiettivo di realizzare la fattibilità tecnico-commerciale del reattore anulare operando-Raman progettato e la sua integrazione con altre tecniche di caratterizzazione spettroscopica. I fondi ricevuti potranno essere investiti per individuare opportunità di business, preparare domande di brevetto e verificare come i risultati elaborati durante la ricerca possano trovare applicazione in innovazioni che portino beneficio all’industria e alla società.

Credits home/header: https://dillinger.it/cosa-sono-gli-elettroni-di-valenza-come-trovarli-ed-esempi/

DIGITAL TALKS | Le interazioni professionali: imparare a conoscersi per migliorare il lavoro di squadra

Digital Talks in lingua francese organizzato dal chapter internazionale Alumni Polimi Parigi, in collaborazione con Alumni Unimi Paris.

La Dott.ssa Stefania Catacchio – Formatrice professionale e Responsabile Marketing in un’azienda multinazionale – ha presentato il metodo comportamentale DISC (Dominanza, Influenza, Stabilità, Coscienziosità), sviluppato dagli psicologi americani Marston, Clarke e Gaier e validato scientificamente.

Questa metodologia, utilizzata da molte aziende e professionisti in tutto il mondo  (40 milioni di persone negli ultimi decenni), ha permesso di individuare 4 tratti caratteriali fondamentali della personalità.

Il nostro comportamento è fortemente legato al modo in cui interagiamo con l’ambiente che ci circonda. Ognuno reagisce in maniera diversa agli stimoli esterni: esplorare il legame tra il nostro comportamento e la nostra personalità, permette di potenziare le nostre capacità e migliorare la nostra relazione con gli altri.

Nel corso di questo webinar si è data risposta a domande come:

  • Perché riusciamo ad interagire bene con certe persone e con altre no?
  • Per quale motivo ci sentiamo più a nostro agio in determinati ambiti?
  • Perché alcune persone reagiscono meglio allo stress di altre?
  • La diversità di un gruppo di lavoro è un ostacolo o un vantaggio?

I 4 tratti fondamentali della personalità sono presenti in ognuno di noi ma in proporzioni diverse generando le nostre forze e le nostre debolezze: la conoscenza di tali tratti e del loro funzionamento permette di sfruttare al meglio le proprie forze e di sviluppare positivamente le debolezze.

11 febbraio: giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza

“Ma cosa fa esattamente un’ingegnera? Posso farlo anche se non ho fatto lo scientifico? Sarò abbastanza brava?”

Proprio in queste settimane, molte studentesse delle superiori si stanno facendo queste domande nel valutare la scelta del proprio percorso universitario. Anche molti loro compagni se le pongono; la differenza è che, tra le ragazze, solo una minima percentuale sceglierà alla fine di iscriversi a un corso di ingegneria.

In occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, proclamata dalle Nazioni Unite per l’11 febbraio e patrocinata dall’Unesco, al Politecnico di Milano nasce EnginHERing PoliMi, un progetto per avvicinare le ragazze all’ingegneria, e in particolare ai percorsi di studio che ancora oggi vedono una presenza femminile molto bassa.  L’Ateneo lancia il progetto proprio con le parole e le esperienze di studentesse, ricercatrici e Alumnae del Politecnico che raccontano la realtà, ancora poco esplorata, delle ingegnere.  

L’impegno del Politecnico per ridurre il gender gap nelle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) è raccontato anche nel libro “Alumnae: ingegnere e tecnologie”. Il volume raccoglie le storie di 67 laureate tra il 1990 e il 2014, che si raccontano per invitare le future studentesse a seguire le loro orme al Politecnico di Milano.

Le studentesse nei corsi di ingegneria sono solo il 25% sul totale. Se vuoi sostenere una studentessa che a settembre 2021 inizierà a frequentare il primo anno di Laurea di un corso di Ingegneria caratterizzato da una bassa frequenza femminile, contribuisci alla creazione di una borsa Girls@Polimi. Dona ora