Uno degli obiettivi della community del Politecnico di Milano è sostenere anche economicamente i migliori studenti attraverso le borse di studio.
Alcune di queste sono finanziate da enti esterni, come l’Andrea Poffe Fellowship for Young Talents, sostenuta dalla Fondazione Poffe, intitolata alla memoria di Andrea Poffe, Alumnus in Ingegneria Meccanica prematuramente scomparso nel 2020 a quarant’anni.
Andrea Poffe ha fondato Zero Gravity (Credits: Corriere della Sera)
“Quando è morto Andrea, per un malore, si è subito creata spontaneamente una rete ed è iniziata la raccolta fondi, abbiamo raggiunto in pochi giorni 45 mila dollari. E si è pensato di offrire borse di studio per aiutare studenti talentuosi come lui, per avere altri Andrea nelle nostre vite. Verrà proposta ogni anno e contiamo di ampliare il programma con altre donazioni” dichiara Fabrizio Fantini al Corriere della Sera.
La borsa di studio, destinata a uno studente o a una studentessa liceali, sarà attiva dall’anno accademico 2021/2022 e verrà assegnata per merito, necessità finanziarie e ambizione imprenditoriale. La copertura delle tasse universitarie sarà del 100% per l’intero percorso triennale di studi al Politecnico di Milano e più dell’80% della retta per alloggio e attività extracurriculari presso il prestigioso Collegio di Milano.
Vuoi lanciare una raccolta fondi per istituire una borsa di studio? Visita la sezione dedicata sul sito dedicato al mondo delle donazioni del Politecnico di Milano.Visita il sito
Sfogliando le pagine di MAP viaggeremo dalle aule del Politecnico a nuovi pianeti da esplorare insieme ai protagonisti di questo numero.
Approfondiremo tante imprese di Alumni, come quella di Alessandro Pedretti, ideatore di un tessuto anti-Covid, e degli Alumni Gabriele Natale e Marco Caglieris, che, ciascuno a suo modo, portano il Politecnico per i Sette Mari. Ci proietteremo nella Silicon Valley con Paolo Sacchetto (di Apple) e faremo un giretto su Marte con Marco Dolci, responsabile del sotto-sistema robotico del rover Perseverance.
Ci intrufoleremo nei laboratori del Politecnico, per assistere alla prima interazione tra luce e materia, per fare un giro su uno dei simulatori di guida più innovativi al mondo, per scoprire come si mette alla prova un ponte affinché sia sicuro negli anni. Leggeremo di tanti progetti di ricerca finanziati dagli Alumni e dalla community in tutto il mondo.
«Innovazione sociale attraverso tecnologia “umanamente giusta”, per costruire un futuro sostenibile per il nostro mondo, non è un obiettivo proprio poco ambizioso… ma ci arriviamo lavorandoci insieme, Politecnico e Alumni: a Milano, in Italia, in tutto il mondo… e oltre… verso i confini del Sistema Solare, come leggerete nel viaggio di queste pagine pensate per voi, scritte con voi.»
– Enrico Zio, presidente Alumni Politecnico di Milano, Delegato del rettore per gli Alumni e per il Fundraising Individuale
Da quando il primo esempio di blockchain è stato proposto nel 2008 con Bitcoin, la tecnologia si è evoluta significativamente passando dai registri distribuiti pubblici ad alternative private (o semi-private) che possono essere adattate a diversi usi.
Durante il webinar si cercherà di identificare, sia da una prospettiva tecnologica che legale, una serie di questioni che sono state sollevate dall’introduzione di una tecnologia rivoluzionaria come la blockchain all’interno degli schemi di business tradizionale.
CHE COS’È LA BLOCKCHAIN?
La blockchain può essere considerata come un salto di qualità dalla tecnologia dei database distribuiti; permette infatti di condividere un grande registro di transazioni che vengono lette, convalidate e memorizzate in blocchi di transazioni concatenati tra loro, che formano una catena di blocchi – blockchain, appunto.
La maggior parte delle applicazioni blockchain proposte integrano la tecnologia per raggiungere gli obiettivi di:
decentralizzazione,
trasparenza e tracciabilità,
programmabilità e automazione.
La logica decentralizzata, proposta dalla tecnologia blockchain, propone di sostituire alcune azioni riservate ad un intermediario di fiducia (trusted third party) con pezzi di codice che eseguono transazioni in maniera programmata ed automatica.
In questo contesto è fondamentale identificare le responsabilità delle parti che interagiscono tramite transazioni blockchain eseguite puntualmente o in maniera programmata (smart contracts).
In ambito legale, le relazioni contrattuali tra le parti devono analizzare a descrivere in un linguaggio semplice i pezzi di codice che caratterizzano i protocolli blockchain utilizzati per lo scambio di assets su blockchain (crypto-assets).
APPUNTAMENTO AL DIGITAL TALKS
Il digital talks “Blockchain: liberté et egalité” sarà un’opportunità per conoscere meglio questa tecnologia e l’applicazione dei noti smart contracts. L’appuntamento è per martedì 20 aprile, alle ore 18.30.
Vi parteciperanno come relatori Gaspare Gori, avvocato del foro di Parigi e Roma – co-responsabile corporate M&A, responsabile nuove tecnologie a CastaldiPartners e Marianna Belotti, Alumna del Politecnico, vicepresidente di APP, studentessa CIFRE CNAM e ingegnera al Groupe Caisse des Dépôts.
Modera: Giuseppe Sangiovanni, Alumnus del Politecnico, tesoriere di APP e partner di Linkers, M&A Director.
Un robot che diventa un personal trainer virtuale: non è fantascienza, ma Gymnasio, un dispositivo che usa l’intelligenza artificiale per monitorare le posizioni del corpo umano durante l’allenamento.
La start up che l’ha creato, nata dallo sforzo comune di tre Alumni del Politecnico di Milano e due del Politecnico di Torino, è tra le vincitrici dell’ultima edizione di Switch2Product, il programma che valorizza sul mercato soluzioni innovative, nuove tecnologie e idee di impresa promosso dal Politecnico e da Polihub.
Il team si è conosciuto nell’ambito dell’Alta Scuola Politecnica, durante il programma imprenditoriale Pioneer della School of Entrepreneurship and Innovation (SEI) di Torino in un progetto in collaborazione con Sprint Reply e supervisionato dalla Prof.ssa Barbara Caputo (PoliTo), e dal Prof. Cesare Alippi (PoliMi).
L’obiettivo è duplice: rendere accessibile a più persone possibile un allenamento sicuro e personalizzato e rivoluzionare il mercato dell’home fitness, che in questo periodo di pandemia ha avuto un’impennata.
Credits: www.gymnasio.it
Credits: www.gymnasio.it
COME FUNZIONA GYMNASIO?
Gymnasio è in grado, grazie alla telecamera 3D e agli algoritmi di intelligenza artificiale, di correggere movimenti e postura, gestire la scheda personale, tenere traccia dei progressi e dare feedback precisi durante l’allenamento.
Credits: www.gymnasio.it
Partendo da Pepper, la prima versione del device con le sembianze di un robot umanoide, il team di Gymnasio ha poi modificato il dispositivo con delle forme più compatte e accessibili, ideali per allenarsi in casa in tempo di pandemia.
“La pandemia ha avuto un ruolo fondamentale. Non potremo sostituire l’empatia di un umano: noi vogliamo dare un’alternativa che possa essere acquistata da tutti e che possa essere usata in casa.” dichiara al TG1Daniele Gusmini, Alumnus Ingegneria Automation and Control Engineering e CEO e co-fondatore della start up.
Il prodotto, ancora nella fase di prototipo, grazie alle sue dimensioni contenute potrà essere utilizzato ovunque e in futuro sarà disponibile sul mercato grazie a un abbonamento.
In questo Digital Talks, organizzato assieme a Fondazione Politecnico di Milano, è stato approfondito il tema sempre più attuale della vita nello spazio, guardando al ruolo che il design può avere nel migliorare le condizioni di permanenza e di lavoro degli astronauti e nel proporre metodi e strumenti per affrontare condizioni ambientali estreme trasformandole da limitazioni in opportunità.
Ne hanno parlato la prof.ssa Annalisa Dominoni e il prof. Benedetto Quaquaro, Responsabili del corso di Space Design “Space4InspirAction”, Scuola del Design, Master of Science in Integrated Product Design. Moderato da Ing. Daniele Bignami, Project Manager e referente Collana Springer “Research for Development”, Fondazione Politecnico di Milano
Le donazioni provenienti dal 5 per mille al Politecnico di Milano vengono destinate a progetti di ricerca a alto impatto sociale: ambiente, energia, comunità, rigenerazione urbana, popolazione fragile e paesi in via di sviluppo sono solo alcuni dei temi toccati in questi anni dai nostri ricercatori.
Quest’anno, i progetti beneficiari di questo contributo hanno un focus importante sui temi legati alla tutela della salute. Nel 2020 il Politecnico ha potuto mettere a disposizione circa 500 mila euro provenienti dalle vostre donazioni 5 per mille, finanziando complessivamente 5 nuovi progetti in partenza nelle prossime settimane. Ne parleremo anche su MAP numero 9, in uscita ad aprile. Iniziamo a vederli insieme!
BAMBI|Balloon Against Maternal BleedIng
L’obiettivo è progettare un kit che contrasti l’emorragia post-parto (PPH), rendendo il dispositivo più economico e pratico di quelli attualmente utilizzati.
L’obiettivo è arrivare ad un brevetto sociale e ad un costo di 5 dollari, che renderà il dispositivo abbordabile anche per i paesi a basso reddito. Oltre ad essere economico, BAMBI dovrà essere veloce e facile da utilizzare perché, nei casi più gravi di emorragia, la donna può arrivare a perdere mezzo litro di sangue al minuto.
BAMBI potrebbe rappresentare una soluzione salvavita in tutti quei paesi e contesti in cui è difficile accedere a cure tempestive.
Il progetto coinvolge i dipartimenti di Chimica, Meccanica e Design.
Coltivare_Salute.Com | Città e Case della Salute per Comunità resilienti
Il progetto mira a potenziare il ruolo delle Case della Salute della Comunità (CdS), che sono strutture sul territorio italiano, a metà strada tra l’ospedale e il medico curante, pensate per i pazienti meno gravi.
Il potenziale di questi presidi sanitari è molto alto e potrebbe avere un ruolo strategico nella medicina del territorio, per supportare ospedali e ambulatori nella gestione di pazienti che non sono in emergenza; tuttavia, al momento le Case della Salute sono poco sfruttate.
Alcuni ricercatori del Politecnico hanno aperto un tavolo di co-progettazione locale nella città di Piacenza, dove prevedono di costruire una nuova Casa della Salute e sperimentare nuove soluzioni elaborate.
Il progetto coinvolge i dipartimenti di Architettura e Studi Urbani, Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito, Ingegneria Gestionale e Design.
HANDS | Health AND urban Space in Chamanculo, Mozambique
La ricerca promuove innovazioni rivolte a mitigare la vulnerabilità igienico sanitaria strutturale degli abitanti del quartiere di Chamanculo a Maputo.
Per fare questo, HANDS si propone di attivare un “Laboratorio Sociale” dedicato alla produzione di Polichina, il liquido igienizzante Made in CMIC (abbiamo parlato della Polichina qui) che permetterà, oltre ad igienizzare, di ridurre lo spreco di acqua potabile, con un risparmio di oltre il 95%.
Il secondo obiettivo è di trasferire competenze tecnologiche a stakeholder locali nel campo della gestione dei rifiuti e della produzione energetica su scala urbana e domestica.
Il progetto coinvolge i dipartimenti di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito, Ingegneria Civile e Ambientale, Energia e ChimicaCMIC
MakingMEV | Prototipazione di un ventilatore multiplo per emergenze pandemiche
MEV – Multiple Emergency Ventilatorè un ventilatore emergenziale che può supportare la respirazione di 10 pazienti contemporaneamente, con una pressione inspiratoria massima intrinsecamente sicura (Ppeak) e che previene il danno da ventilatore meccanico.
Il progetto di ricerca si pone come obiettivo quello di creare il primo prototipo, validarne la funzionalità in laboratorio e analizzarne la potenzialità di trasferimento alla clinica.
SAFER | Nuove tecnologie per la sicurezza e l’efficacia del supporto respiratorio durante le emergenze e in contesti con poche risorse
Anche SAFER tratta di respiratori, in questo caso l’obiettivo è creare un dispositivo respiratorio personale (per un solo paziente) da utilizzare fuori dalla terapia intensiva che sia semplice, robusto e poco costoso.
Per realizzarlo saranno utilizzati materiali innovativi, nuove tecnologie e ricambi stampati in 3D, che faciliteranno la fornitura in tempi di emergenze e in caso di risorse limitate, come nei paesi a basso e medio reddito. La previsione è quella di creare un prototipo, testare le prestazioni, l’usabilità e la scalabilità del progetto.
Il progetto coinvolge i dipartimenti di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Meccanica e Chimica.
POLISOCIAL AWARD: UNO STRUMENTO UNICO IN ITALIA PER LA RICERCA A ALTO IMPATTO SOCIALE
I progetti di ricerca finanziati vengono selezionati ogni anno attraverso un concorso di proposte, il Polisocial Award. Primo in Italia tra le iniziative accademiche di questo tipo, ha l’obiettivo di sostenere e avviare progetti di ricerca e un approccio etico al lavoro accademico che valorizzino l’impatto sociale delle competenze politecniche, in un’ottica di sostenibilità nel tempo e con l’obiettivo di dare spazio ai giovani ricercatori.
“Il nuovo hub di DHL Express Italy a Malpensa rappresenta il primo dei tre interventi che stiamo seguendo in Italia per la società tedesca. Il progetto vuole tradurre in segni tangibili la visione illuminata dell’azienda, proponendo un modo nuovo di concepire e vivere la logistica: non solo un luogo dedicato alla funzione di smistamento merci, ma un polo integrato che promuove la cultura e la mission dell’azienda, attraverso spazi fortemente evocativi, oltre che altamente efficienti”.Massimo Roj, Alumnus Architettura del Politecnico di Milano, descrive così il nuovo hub di DHL Express inaugurato a Malpensa e firmato da Progetto CMR, di cui è amministratore delegato e fondatore.
In quasi trent’anni di attività Roj ha diffuso – insieme a Progetto CMR, una delle società italiane leader nel settore della progettazione integrata – la cultura italiana e le buone prassi dell’architettura internazionale e sostenibile. Quello a Malpensa è il primo di altri gateway che verranno realizzati dallo studio sul territorio nazionale per DHL.
Con oltre 50.000 metri quadri di progetto, 110 milioni di euro di investimento e più di 1000 dipendenti, la nuova struttura operativa del leader della logistica è diventata la quarta più grande in Europa e anche la più sostenibile e avanzata tecnologicamente, progettata interamente in BIM.
Situata nella parte sud dell’Aeroporto Malpensa, si configura come una struttura “a T” che ospiterà l’hub logistico, un magazzino di 12.000 metri quadri e un corpo di fabbrica articolato su due livelli, e gli spazi adibiti a ufficio, oltre 7000 mq distribuiti su quattro piani, con rooftop panoramico, aree di rappresentanza e customer experience.
L’elemento caratterizzante del progetto è la presenza del Connector, uno spazio che consente la continuità visiva tra uffici e magazzino e la creazione di una sorta di “agorà” accessibile facilmente da chiunque lavori nell’edificio per i momenti di pausa e di integrazione.
Uno dei maggiori elementi di innovazione tecnologica è il materiale utilizzato per l’involucro, composto da policarbonato alveolare tripla camera: un materiale leggero riciclato e riciclabile, che permette l’illuminazione degli ambienti interni attraverso la luce naturale, con un notevole risparmio energetico, e che allo stesso tempo garantisce un ottimo isolamento termico e acustico.
Ann 2 è un velivolo biposto di tipo Stovl, cioè a decollo corto o verticale e atterraggio verticale, può percorrere fino a 600 km a una velocità di 300 Km all’ora. È costruito in materiali compositi sfruttando anche la stampa 3D, ha alimentazione ibrida, può essere pilotato in modalità autonoma.
Il suo ideatore è Lucas Marchesini, Alumnus ingegneria aeronautica al Politecnico di Milano, fondatore e CEO della MANTA AIRCRAFT, che descrive Ann 2: “Ad alcuni può sembrare un’automobile con le ali, ma in realtà ha poco a che fare con un’automobile. È più simile a un aeroplano”, ma è molto più piccola ed è in grado di atterrare e decollare da spazi molto ristretti (o verticalmente). Un aeroplano quasi adatto agli ambienti urbani, quindi, che è una delle direzioni in cui l’industria aeronautica sta guardando.
In futuro, velivoli di questo tipo potrebbero servire nel trasporto di merci e persone per facilitare la mobilità cittadina, come corrieri e taxi volanti; ma anche per la ricerca e il soccorso, la sorveglianza (per esempio ambientale) e il trasporto sanitario, operazioni oggi eseguite in elicottero con costi molto elevati. Ce ne ha parlato anche Grazia Vittadini, CTO Airbus, nel #5 di MAP.
Credits: Lucas Marchesini
Ann 2 è in fase di test: sono in corso le prove di volo dei prototipi in scala 1:3 mentre dal 2022 decollerà il primo prototipo in dimensioni reali.
“Il 2020 verrà ricordato come un anno complicato, ma anche come un momento di grande cambiamento. Un lungo anno in cui abbiamo scritto una pagina di storia dell’università. Per questo ho pensato che fosse giusto lasciare una traccia di ciò che abbiamo vissuto senza retorica, raccontando in modo semplice e onesto la nostra esperienza, quella di un grande ateneo italiano: il Politecnico di Milano”
Il saggio, un dialogo tra il rettore e Ferruccio De Bortoli, è incentrato sulle difficoltà che le università italiane hanno affrontato nel 2020 ed è stato presentato in diretta dal Teatro Paolo Grassi di Milano e in streaming sulla pagina Facebook del Politecnico.
Durante la presentazione, gli autori hanno ripercorso gli avvenimenti dell’anno passato che hanno posto l’Italia davanti a delle sfide alle quali è possibile rispondere – secondo il Rettore – investendo nella formazione, in particolare quella universitaria.
Credits: Politecnico di Milano
RIPARTIRE DALLA CONOSCENZA: DOVE ERAVAMO, DOVE SAREMO
Il 2020 ha segnato un momento molto complicato per il Politecnico e per tutte le università italiane: la gestione dell’emergenza ha spinto il nostro Ateneo alla chiusura delle aule fisiche e all’apertura di quelle online per 45 mila studenti.
“Ogni parola spesa in questo libro è dedicata alle studentesse e agli studenti del Politecnico di Milano e delle nostre Università”
“Ripartire dalla conoscenza” è anche un manifesto programmatico che rivendica il ruolo centrale dell’Università nella formazione dei giovani studenti, il futuro del nostro Paese.
Fondamentale, a questo proposito, il dibattito sulla divisione dei fondi in arrivo.
«Servono programmi ad hoc – dichiara il rettore del Politecnico di Milano al Corriere della Sera -, dobbiamo distinguere le sedi per la loro vocazione, quelle generaliste e quelle specializzate, quelle che rispondono a criteri locali e quelle che hanno una dimensione internazionale».
Un approccio che presuppone la valorizzazione delle differenze tra gli atenei, ma anche di fare in modo che essi formino delle alleanze strategiche tra loro, dando la possibilità agli studenti di poter costruire la loro carriera universitaria ovunque, online e offline.
L’obiettivo è quello di creare dei professionisti flessibili, che crescano “con una compartecipazione di saperi, in particolare tra le scienze umanistiche e quelle scientifico tecnologiche”.
UN’OCCASIONE PER CAMBIARE
“Ripartire dalla conoscenza” è un libro che si focalizza sui grandi cambiamenti che sono in corso, e che la pandemia ha accelerato: la scuola – ormai troppo spesso dimenticata –, il lavoro e le nuove professioni, le tecnologie emergenti, i progetti per la città e il ruolo delle università nel contesto socio-economico, la crescita del territorio.
Un’occasione per ripartire dalla competenza e ripensare il futuro dalle fondamenta, qualcosa che si può fare soltanto tornando a credere e a investire nel valore della conoscenza, per affrontare le grandi sfide di domani.
Digital Talks in lingua francese del 1 Aprile 2021 organizzato dal Chapter Internazionale Alumni Politecnico di Milano Parigi.
Se sei un manager, un consulente, un imprenditore o semplicemente un sognatore avrai avuto l’occasione di dover condividere un idea con altre persone. il successo o fallimento delle tue idee non dipende direttamente da quanto siano brillanti, bensì da quanto sei bravo a condividere il tuo entusiasmo con gli altri.
Una presentazione efficace nella pianificazione e nell’esecuzione ti renderà molto più visibile e cambierà il modo in cui sarai percepito all’esterno.
Ha partecipato al Talks l’Alumnus Maurizio la Cava, co-fondatore e CEO di MPC Presentation Design Consulting S.r.l.
L’8 aprile sono stati ospiti del Digital Talks “Il design per la vita nello spazio”Annalisa Dominoni e Benedetto Quaquaro, responsabili dal 2017 di Space4InspirAction al Politecnico, il primo e unico corso al mondo di Space Design, in collaborazione con l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. Il webinar è stata anche l’occasione per presentare il libro “Design of Supporting Systems for Life in Outer Space”, di Dominoni, edito da Springer.
Credits: caimi.com
“Mi piace definire il designer un creatore di problemi, e quindi anche di nuove soluzioni, che genera innovazione e incrementa il benessere delle persone, e questo vale sia nello Spazio che sulla Terra.” afferma Dominoni in un’intervista a Wired.
Progettare per lo spazio significa spesso adattare tecnologie già esistenti in un nuovo paradigma: innovare unendo forma e funzionalità, facendo da ponte tra tecnologia e innovazione.
Guardando al futuro, pensando a stazioni e città spaziali, ma con uno sguardo ben fermo sulle esigenze dell’immediato: progettare per lo spazio significa infatti pensare concretamente a come “migliorare il benessere, l’efficienza e la qualità della vita delle persone in orbita”.
Secondo questo principio Dominoni ha progettato un sistema di abbigliamento intra-veicolare (da indossare all’interno della Stazione spaziale internazionale e negli spostamenti tra veicoli spaziali) che risponde a parametri di comfort, vestibilità e igiene, con tessuti antibatterici e termoregolanti, in grado di adattarsi all’ambiente circostante. (Ne abbiamo parlato anche su MAP #7)
“Il design pone l’essere umano al centro e cerca di interpretarne i bisogni nel modo più sostenibile: se un astronauta vive e lavora in un ambiente confortevole, e con equipaggiamenti più efficienti, le sue performance aumentano, e possono determinare il grado di successo di una missione.“
Il designer che progetta per lo spazio deve avere capacità di previsione, essere in grado di immaginare il proprio prodotto in un ambiente sconosciuto: per esempio, come reagirà in orbita, in condizioni di microgravità? “La difficoltà sta nel fatto che spesso queste condizioni particolari non sono riproducibili in laboratorio e non è possibile sperimentare sulla Terra in fase di ideazione”, spiega Dominoni agli Alumni (ne abbiamo parlato anche con Manuela Aguzzi, Alumna della prof. Dominoni e prima designer “istruttrice di astronauti”, nel numero 3 del MAP).
RIVEDI IL DIGITAL TALKS DELL’8 APRILE 2021
Durante l’evento, si è esplorato il ruolo del design nel migliorare le condizioni di permanenza e di lavoro in orbita e nel proporre metodi e strumenti per affrontare queste condizioni ambientali estreme e trasformarle da limitazioni in opportunità.
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